Partito per questo campo organizzato dai Foulard Bianchi regione Lazio già sapevo che sarei stato l’unico rappresentante italiano dell’associazione degli Scout D’Europa (FSE).

Praticamente su 40 partecipanti, 39 erano Agesci… e poi io! Sarebbe stata una carneficina!! Ed invece no! Ha prevalso l’accoglienza, lo scambio e il confronto. Perché prima di tutto, lo spirito di servizio è guidato dall’apertura che accoglie l’uno con l’altro e dalla curiosità, dall’accettazione che in qualsiasi occasione della vita c’è sempre qualcosa da imparare senza porsi limiti, perché la vita è di per sé un insegnamento.

Appena arrivato a Lourdes dopo un lunghissimo viaggio, ero già abbastanza integrato con gli altri, perché lo scoutismo non conosce distinzioni e i Foulard Bianchi sono lì per dimostrarlo, unendo tutte le associazioni scout in un unico spirito: quello dell’Hospitalié Notre Dame de Lourdes e dell’accoglienza del malato.

Il campo era situato nel Villaggio dei Giovani, immerso nel verde, a 1 km dal Santuario, ed era fornito di tutto quello che ci era necessario per fare un campo scout e di tutte le “comodità” necessarie per ricaricare il nostro corpo e la nostra mente per andare a svolgere al meglio il proprio servizio ai malati pellegrini.

Durante il primo giorno sono stato assegnato ad una bellissima équipe di volontari formata anche da scout del mio stesso campo e da un capo équipe, Alessandro Codeluppi (Codelupì per i francesi), un Foulard bianco titolare, che è stato fondamentale nell’accompagnarci nei ritmi serrati dei vari servizi e dandoci preziosissimi consigli, spronandoci a dare il meglio di noi stessi.

Una delle prime cose che ho imparato nel corso della mia permanenza è quello di creare sempre uno spirito di accoglienza per il malato, mettendoci tutti con consapevolezza a fianco a lui (e mai di fronte), rendendo più agevole il suo pellegrinaggio in quei luoghi santi, e soprattutto mettendolo in prima linea (“Gli ultimi saranno i primi” diceva Qualcuno…) in tutte le funzioni religiose.

Il servizio era organizzato per équipe ed iniziava ogni giorno alle 8:00 e terminava anche dopo cena, ma fortunatamente non era tutti i giorni così (non almeno per quelli del primo anno di stage dell’Hospitalité) ed ogni volta c’è stata sempre la possibilità di imparare qualcosa di più rispetto al giorno precedente, accettando soprattutto il servizio proposto, qualsiasi esso sia, con umiltà e con amore. In fondo il nostro motto scout è sempre stato lì a ricordarcelo, l’Estote Parati fa coppia con l’Eccomi che un giorno Maria disse davanti all’arcangelo Gabriele.

È stato bello vedermi e vedere i ragazzi dei due Clan Agesci che ogni giorno si impegnavano sempre senza esitare e fino in fondo, rendendoci protagonisti in un meccanismo che in Lourdes si manifestava nella sua maniera più grande. Imparare ad accogliere il malato richiede uno sforzo che solo l’amore attivo verso il prossimo e un occhio attento e vigile può sostenere.

Ringrazio di cuore tutto lo staff Foulard bianchi del Lazio che ha consentito di superare questo campo (il primo in assoluto a livello regionale) con tutte le difficoltà che un campo del genere, può comportare.

Credo infine che svolgere un servizio a Lourdes come scout possa essere una delle più grandi occasioni per mettere in pratica qualcosa che fin da bambino ci viene insegnato e che la promessa scout ci ricorderà sempre: fare un’azione buona a vantaggio di qualcuno ogni giorno.
 
Guido Colucci, RS Guidonia 1 FSE

«Memore del tuo proposito, come un’altra Rachele, tieni sempre davanti agli occhi il punto di partenza. I risultati raggiunti, conservali; ciò che fai, fallo bene; non arrestarti; ma anzi, con corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permette di ritardarne l’andare, avanza confidente e lieta nella via della beatitudine che ti sei assicurata».