In occasione del 60° anniversario della nascita della nostra Comunità vorremmo celebrare questa ricorrenza insieme a tutti i nostri fratelli e a tutte le nostre sorelle ripercorrendo le tappe della nostra storia e facendo nostre le parole di Giovanni Paolo II. Buona strada!
Alessandro, don Maurizio e la pattuglia nazionale
17 maggio 2018
Carissimi scout Foulard bianchi, siete nati a Lourdes e dal messaggio di Lourdes traete ispirazione, dedicandovi al servizio dei malati e dei sofferenti.
La Vergine santa, che tanto amate, vi ottenga di alimentare sempre la vostra spiritualità alle fonti del Vangelo e dell’Eucarestia, per essere segno vivo dell’amore di Cristo e della sua predilezione per quanti soffrono.
Giovanni Paolo II
Castelgandolfo, udienza per gli FB, 29 dicembre 1996
(da L’Osservatore romano 30.12.1996)
UNA STORIA SEMPLICE
Luciano è un capo clan. Un uomo dalla battuta fulminante, con la sua risata roca e la capacità di entrare subito in empatia con le sofferenze degli altri.
Per questo si trova a Lourdes. Ha accompagnato il suo clan per servire, come barellieri, i pellegrini, i malati e i disabili. È davanti alla grotta di Massabielle che vede per la prima volta alcuni scout francesi in servizio come lui, con un fazzolettone bianco al collo. Sono i Foulards Blancs del Clan des Hospitaliers Nôtre Dame de Lourdes.
Si rende subito conto come lo spirito dei Foulards Blancs, espresso nel loro regolamento, possa e debba diventare patrimonio unico di tutto lo scautismo cattolico, indipendentemente dalla nazione di provenienza.
Conosce bene la forza della terapia del sorriso e del servizio ai più deboli e intuisce subito la ricchezza delle esperienze educative che può trasmettere il servizio ammalati a Lourdes
Al suo rientro in Italia, decide di formare, all’interno del suo gruppo Torino 24, la sezione italiana del Clan des Hospitaliers Nôtre Dame de Lourdes.
Era il il 17 maggio del 1958.
Ed erano nati i Foulard bianchi italiani.
I PRIMI PASSI
Luciano Ferraris, insieme a Carlo Dacomo e Don Dusan Stefani, istituiscono la nostra comunità FB utilizzando lo stesso regolamento di quelli francesi.
Dal 1958 al 1969 Luciano prende la guida della Comunità italiana e Don Dusan Stefani ne è l’assistente ecclesiastico nazionale lasciando a Giuseppe Gioia l’organizzazione degli Foulard bianchi nell’Italia meridionale.
Anche in Francia, Xavier De Montecler e père Pierre Jouandet, alla guida dei Foulards blancs francesi condividono questa visione internazionale del movimento nato a Lourdes e cerca di favorire la costituzione di équipe nazionali, ciascuna sotto la guida di un responsabile locale, dando così alla Comunità l’assetto di un clan internazionale.
UNA COMUNITÀ NAZIONALE
Dopo cinque anni dall’inizio della vita degli FB in Italia, il 27 gennaio 1963 si tiene la prima assemblea nazionale, presso la sede del comitato regionale Asci a Firenze. È la prima occasione in cui tutti i Foulard bianchi della sezione italiana del Clan des Hospitaliers N.D.L. si incontrano. È presente il capo clan internazionale Xavier e l’AE internazionale père Jouandet, giunti per questo evento da Parigi.
Il 28 ed il 29 novembre 1964 si svolge a Roma la prima riunione dei responsabili regionali del Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio e Campania.
È l’occasione per lanciare l’idea di un pellegrinaggio internazionale degli FB a Roma, per il 40° anniversario dello scautismo hospitalier. Ormai il clan nazionale FB è un’équipe distinta dal Clan des Hospitaliers Nôtre Dame de Lourdes ed è stato riconosciuto sia dagli Scouts de France sia dall’Asci.
Al pellegrinaggio internazionale, svoltosi a Roma durante la Pasqua del 1966, partecipano cento italiani, centoventi francesi, dieci tedeschi, dodici spagnoli, quindici belgi, tre inglesi, dieci irlandesi, un lussemburghese, cento olandesi, e cinque svizzeri.
Sono tutti ricevuti da Papa Paolo VI che esprime il suo incoraggiamento augurando loro Buona strada e pronunciando un saluto che in qualche modo diviene una definizione: “…possiamo considerare, nei Foulard bianchi, un tipo di scautismo missionario, dove missione è far conoscere il servizio ai malati, curando la preparazione di coloro che vogliono intraprendere questa esperienza sia sotto l’aspetto spirituale sia come rapporto con il malato. E ancora missionario perché permette di testimoniare ed annunciare una fede vissuta verso il prossimo e stimola a diffondere la devozione a Maria, esempio di fede e disponibilità nelle nostre comunità…”.
Questa è l’unica occasione in cui le promesse dei titolari sono state pronunciate fuori da Lourdes.
Il pellegrinaggio si conclude con una marcia ad Assisi e con il discorso di chiusura tenuto da Xavier. Tutte le comunità straniere rimangono estremamente colpite da questo evento che ancora oggi rappresenta la prima grande assemblea nazionale con invitati speciali di tutte le nazionalità.
Nel novembre del 1970, durante un’assemblea generale FB è presentato e approvato un regolamento italiano di undici articoli in linea con gli sviluppi delle Comunità.
Esso delinea in due fasi il percorso formativo del Foulard bianchi: un primo periodo di preparazione all’impegno, il noviziato, della durata di quattro anni in cui bisogna partecipare almeno a uno stage a Lourdes, e un secondo momento di realizzazione dell’impegno, il titolare.
Nell’Assemblea ordinaria della Comunità italiana a giugno del 1972 a Roma, nasce la Carta di Comunità F.B., che è presentata a Lourdes durante il pellegrinaggio Unitalsi.
La comunità ha così delineato le sue linee guida ed è diventata autonoma dalle altre comunità internazionali. Questo le ha permesso di continuare regolarmente la sua attività e di assicurare la sua presenza a Lourdes anche quando, al Santuario, viene chiuso il Bureau d’Accueil Scout a Lourdes e si dilegua la presenza della pattuglia francese.
Il sogno condiviso di una grande comunità italiana si concretizza nel 1976, quando i Foulard bianchi italiani arrivano a Lourdes nel loro primo campo nazionale di servizio.
Agesci, Masci, Cngei ed Fse
Il 4 maggio 1974 nasce ufficialmente l’Agesci e lo studio delle nuove strutture impegna quasi tutti gli FB che sono anche capi attivi dell’associazione.
Nessuno pensa più ai Foulard bianchi. Negli anni 1974-1975 solo cinque di essi passano per l’Hospitalité a testimoniare la propria presenza sul vecchio registro degli Scouts de France a Lourdes. La situazione è alquanto pesante, con quattro o cinque Regioni attive e, per lo più, in un momento di trasformazione associativa e di contestazione.
Questo non impedisce ai responsabili nazionali di lavorare per ridare vigore alla comunità, iniziando da una fattiva collaborazione con l’Agesci e con il Masci che porterà a dei risultati inaspettati. Alla fine del 1975 gli FB in attività come titolari sono centotrenta, i novizi centoventi, le domande di ingresso cinquanta e le regioni attive si sono moltiplicate a quattordici.
In seguito il Comitato centrale Agesci accoglie gli FB “all’interno della Branca R/S” e riconosce l’incaricato nazionale eletto dagli FB come membro della pattuglia nazionale. Nel 1984 verbalizza: “dopo i contatti avuti con i responsabili della Comunità italiana degli FB, il Comitato Centrale Agesci riconosce la Comunità italiana dei Foulard bianchi”, ma bisognerà attendere fino al 1991 perché equipari ufficialmente il responsabile nazionale FB agli incaricati di settore dell’associazione.
Anche il Masci con un lettera firmata dal suo presidente Armando Denti, riconosce ufficialmente la Comunità italiana Foulard bianchi nel 1982.
Attualmente la Comunità accoglie scout di diverse associazioni scout cristiane e cattoliche riconosciute dalla CEI o ai membri delle associazioni riconosciute dalla Organizzazione Mondiale dello scoutismo come il Cngei e l’Fse.
IL RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE
Con la scomparsa della pattuglia nazionale francese, nel 1972, l’Hospitalité si trova in difficoltà nella nuova riorganizzazione europea degli scout e non riconosce più gli FB. Tuttavia l’assistente dell’Hospitalité offre una possibilità ai Foulard bianchi italiani richiedendo loro:
- il riconoscimento ufficiale dell’Agesci dal Bureau Internazionale Scout;
- il riconoscimento dell’Agesci dalla Conferenza internazionale cattolica dello scautismo e guidismo;
- la stesura di un regolamento FB accettato dall’Hospitalité.
Durante l’assemblea nazionale dei Foulard bianchi italiani viene approvato un nuovo regolamento di 13 articoli, ritenuto più consono alle posizioni dell’Agesci.
Con il riconoscimento dell’Agesci ricompare il libro per le firme presso il Bureau dell’Hospitalite e nel 1994 gli FB italiani sono ufficialmente inseriti tra le confraternite presenti a Lourdes e, quindi, iscritti nel planning del Santuari.
Una comunità in crescita
Nel 1986 il numero degli iscritti arrivano a circa 480. La Comunità è in crescita: i rapporti con l’Agesci ed il Masci sono buoni e i cantieri funzionano fluidamente con la partecipazione di R/S da ogni parte d’Italia.
Luciano era partito da Lourdes con un sogno e da un nucleo iniziale di poche persone, propagando per l’Italia l’idea con l’entusiasmo e la cocciutaggine di sempre e facendosi promotore di tante esperienze che ha portato alla crescita e al consolidarsi dei Foulard bianchi italiani. Luciano ne sarà il responsabile nazionale per undici anni, fino a quando, nel 1969, la Comunità sarà in grado di camminare con le proprie gambe, e Luciano torna a rivolgere a tempo pieno le sue attenzioni e le sue energie inesauribili ad altre mete, pur sempre nell’ambito della educazione e animazione e del servizio.
Il 9 giugno 1989 sale alla tenda del Padre, il maestro di vita e di scautismo Luciano Ferraris.
Il numero Foulard bianchi è ormai cresciuto a circa 600 iscritti.
Una comunità in crescita
Nel dicembre del 1996 la Comunità si riunisce in Convegno a Roma. Sono presenti F.B. provenienti da tutte le regioni d’Italia a cui si uniscono in un abbraccio internazionale F.B. svizzeri, belgi, lussemburghesi e spagnoli.
L’ultimo giorno la Comunità si trasferisce a Castelgandolfo (RM) per una udienza privata con Papa Giovanni Paolo II .
“Carissimi Scouts Foulard Bianchi, siete nati a Lourdes e dal messaggio di Lourdes traete ispirazione, dedicandovi al servizio dei malati e dei sofferenti.
La Vergine santa, che tanto amate, vi ottenga di alimentare sempre la vostra spiritualità alle fonti del Vangelo e dell’Eucarestia, per essere segno vivo dell’amore di Cristo e della sua predilezione per quanti soffrono.”
Giovanni Paolo II
Castelgandolfo, udienza ai F.B., 29 dicembre 1996.
(da “L’Osservatore romano” 30.12.1996)
DON PEPPE DIANA
Nel 1986 a Loreto, durante il pellegrinaggio dei 60 anni della Comunità dal 16 al 19 ottobre 1986, Don Peppe Diana, entra nei Foulard bianchi. Pronuncerà la sua promessa a Lourdes nel 1991.
È uno scout, prima capo reparto dell’Aversa 1, poi assistente del gruppo, impegnato in zona e in regione e assistente nazionale dei Foulard Bianchi.
Essere prete e scout significava per lui la perfetta fusione di ideali e di servizio.
La sua voce ora è divenuta un grido che scuote le coscienze. “I cristiani devono essere presenti quando si tratta di lottare per la giustizia, la comunione, la solidarietà. Quando occorre, devono sapersi fare ‘la voce dei senza voce‘. Lourdes è diventato luogo straordinario di incontro a livello mondiale. Non può più limitarsi ad essere la meta di un viaggio, ma deve diventare un ritiro di ampio respiro per risvegliare le coscienze.
Il tema proposto prende le mosse dal primo punto del messaggio di Lourdes: la povertà. Le beatitudini evangeliche riflesse in Maria e Bernardette. Esse ci possono interpellare perché come ‘povere’ hanno molto da dire sulla felicità, quella che Maria proclama nel Magnificat. Povera di spirito può annunciare che i superbi saranno confusi, i potenti rovesciati dai troni, i ricchi rimandati a mani vuote; e Bernardette oppressa dalla miseria è innalzata da colei che ‘la guardava come persona’. Oggi attorno a noi possiamo contare le folle di Bernadette disoccupate, emarginate, abbandonate, malate, handicappate, isolate, disorientate, rifugiate, immigrate che fuggono da miserie di guerre, attirate dal miraggio dei nostri paesi ricchi.
Un grido si alza da Lourdes e noi dobbiamo essere in ogni luogo, in modo speciale nel nostro territorio, la voce: «ogni uomo, l’uomo nella sua integrità, è sacro. Nessuno ha il diritto di fare pagare ad altri le conseguenze dell’inavvertenza, delle omissioni o di ogni altra forma di egoismo individuale e collettivo».”
Il 19 marzo, giorno del suo onomastico, viene assassinato dalla camorra nel corridoio che dalla sacrestia porta alla chiesa, mentre sta per iniziare la Messa.
Il seme gettato nella terra muore e dalla sua morte nasce tanto frutto: don Peppe è il seme, le coscienze di tutti noi il frutto maturato dal suo sacrificio. Abbiamo seguito il suo cammino ed abbiamo pregato anche per i suoi assassini, perché la nostra preghiera sia segno del perdono cristiano che dobbiamo a chi ci ha strappato, in modo così violento, un fratello.
Ma il perdono non può essere diviso dalla giustizia, che vogliamo, che pretendiamo, perché solo così si può ristabilire la pace dei cuori e del vivere civile.
Di lui ricordiamo, quando al termine di una celebrazione a Lourdes, nella raccolta chiesa di Saint Joseph e davanti ai suoi fratelli Foulard bianchi, disse: “La messa inizia adesso”.
LORETO: NON SOLO LOURDES
Nel mese di gennaio del 1965 Luciano Ferraris e Don Dusan Stefani chiedono a Giancarlo Chioni, FB della Comunità delle Marche, di divenire il referente del clan FB presso il Santuario di Loreto e di organizzare un’accoglienza per tutti gli scout che ogni anno avrebbero svolto servizio nei pellegrinaggi.
Giancarlo accetta con entusiasmo questo impegno e con la collaborazione di Carlino Bertini istituisce presso gli uffici del santuario l’11 febbraio 1965 un registro delle presenze a Loreto degli scout in servizio presso i treni ammalati.
Nel 1978 si svolge il primo pellegrinaggio nazionale a Loreto. Proprio qui viene lanciata la proposta di partecipazione ai cantieri in collaborazione con la branca R/S dell’Agesci.
Questo pellegrinaggio è realizzato secondo lo spirito di servizio dei Foulard bianchi, una vera rivoluzione nel modo di condurre i pellegrinaggi per gli ammalati che non sono più l’oggetto, ma il soggetto principale dell’incontro con Maria.
Non più ammalati, pellegrini e personale, ma tutti pellegrini. Non più distinzioni fra sani e ammalati, ma solo persone con capacità diverse, che insieme si recano ai piedi di Maria.
È stabilito che ammalati, pellegrini, e scout facciano la stessa vita a partire dall’alloggio e dal vitto in comune: tutti sono stati ospitati nello stesso luogo condividendo anche la stessa mensa, creando così una unione vera e significativa fra persone sane e ammalate.
La proposta di far diventare questo pellegrinaggio a Loreto un appuntamento fisso per la comunità fu accolta in pieno diventando una tradizione rispettata fino ai nostri giorni, tanto che Loreto è oggi una delle tappe fondamentali nella vita dei Foulard Bianchi italiani.
NASCE L’OPERA PELLEGRINAGGI FB
Il 27 aprile del 1993 nasce a Caserta l’Opera Pellegrinaggi FB riconosciuta canonicamente dal vescovo di Volterra Mons. Bertelli.
Finalità dell’Opera è l’organizzazione di pellegrinaggi a Lourdes e ai santuari mariani, la formazione degli scout per il servizio ai malati e ai disabili, la realizzazione di progetti educativi e formativi relativi al mondo della sofferenza. L’Opera verrà riconosciuta come Hospitalité dal Vescovo di Lourdes.
Il treno scuola dell’Opera è una proposta di servizio per i rover e scolte e di cammino per tutti gli scout di tutte le associazioni.
In particolare i rover e le scolte sono avvicinati alla realtà di Lourdes con attività specifiche inserite in un cammino educativo svolto secondo lo stile e il metodo scout. Partecipano alle cerimonie tradizionali proposte dal Santuario di Lourdes.
Lo stesso treno diventa così sia pellegrinaggio per i pellegrini, treno scuola per scout e volontari di ogni associazione e di ogni età e cantiere per le unità R/S. L’accostamento al servizio è graduale negli anni per chiunque partecipi al treno scuola in particolare per lo scout che dopo il primo pellegrinaggio sceglie di intraprendere il cammino da foulard bianco.
Il 23 maggio 1993 parte il primo pellegrinaggio a Lourdes dell’Opera, un lungo treno che raccoglie Foulard bianchi e scout da quasi tutt’Italia.
Nel 1994 viene posta al Village des jeunes, una targa in ricordo di per Don Peppe, assistente ecclesiastico e coofondatore del treno.
Ancora oggi il treno parte dal sud d’Italia per arrivare a Lourdes, portando scout, pellegrini, disabili e ammalati in un‘avventura di gioia e servizio condiviso.
SERVIRE NEL NUOVO MILLENNIO
Oggi la Comunità italiana conta circa 800 Foulard bianchi e le ragazze e i ragazzi italiani presenti a Lourdes ogni anno superano le mille unità, portando una voce di solidarietà e di speranza nel mondo del dolore e della sofferenza.