Beh, l’inizio del pellegrinaggio non è certo stato dei migliori: il blackout energetico che ha investito l’Italia proprio nel week-end iniziale ha creato una situazione decisamente stramba.
Bloccati in aperta campagna i treni già in viaggio, stazioni prive di energia elettrica invase dal personale, dai pellegrini, dagli scout, dagli ammalati in attesa anche solo di sapere se e quando si sarebbe potuto partire. I responsabili dei treni e, in alcuni casi, la protezione civile, hanno alleviato, come potevano, i disagi di uria attesa disagevole e senza certezze.
E poi lentamente tutto si è rimesso in moto, aggiungendo il ritardo in partenza al previsto allungamento di percorso causato dai lavori in corso nella tratta monegasca delle ferrovie francesi. Ma come ogni anno, malgrado i ritardi, i disagi, gli scioperi, le alluvioni che sembrano caratterizzare sempre il pellegrinaggio nazionale, l’arrivo alla stazione di Lourdes, anche se in ore notturne, pone fine a tutte le disavventure, che allo scendere dal treno sembrano addirittura mai avvenute. E si parte con le attività previste per il centenario e la festa in paese che ha ancora una volta dimostrato la vitalità e la ricchezza delle regioni italiane. Le celebrazioni, il flambeaux, tutto ci ha riportato al perché abbiamo affrontato disagi e problemi con gioia, facendoci sentire insieme “un popolo di tutte le nazioni”.
La Comunità F.B. in tutto questo, grazie alla presenza di Paolo e Rosella, si è inserita ed integrata, evitando quelle antipatiche sovrapposizioni e quei contrasti che in passato spesso avevano tolto significato al nostro pellegrinaggio.
Quest’anno poi, per scelta condivisa con gli Incaricati regionali, si è voluto provare una nuova strada: quella di dare ai due momenti, l’accoglienza nella comunità e la scelta definitiva della comunità come servizio, uno spazio proprio. Così il primo, quello legato al noviziato, è stato vissuto nella dimensione regionale, più raccolta, come primo momento di accoglienza in una comunità di servizio. Tale comunità poi, trova la sua completezza nella dimensione nazionale, ossia nella comunità che, con la scelta della titolarità, viene vissuta in pieno nel confronto con le diversità, siano esse fisiche, culturali, storiche.
Durante quest’ultima Cerimonia, nella Basilica superiore, ha fatto la promessa Enrichetta Beltrame Quattrocchi, sorella di Don Tar, spentosi il 20 Febbraio 2003. E poi, con uno sguardo all’imminente pellegrinaggio a Loreto, si è ripresa la strada di casa, con lo zaino, come sempre quando si torna da Lourdes, più ricco di quando si è partiti.
Fabio