Venezia 27 – 28 maggio 1989
Voglio proporvi alcune note cui mi richiama la vostra assemblea. Il primo riferimento è questo vostro impegno di servire gli ammalati, i giovani, gli emarginati. Questo è il compito dell’Associazione anche se, come dite voi nella relazione al Consiglio Generale di quest’anno, spesso l’urgenza e l’emergenza fa trovare impreparati di fronte alla sofferenza.
È vero! E noi abbiamo bisogno dell’esperienza dei Foulards Bianchi perché questo ci aiutino a capire e a capire in molti. Questo vostro servizio di accompagnare chi sta male e cercare la sorgente della propria fede, è un servizio importante. Servizio che porta a un rinnovamento interiore oltre il fatto fi sico di ciò che si vede; voi accompagnate persone, le accompagnate in un luogo, condividete con loro la fatica di un rinnovamento che non ha segni visibili, ma che, all’interno, modifi ca le persone. Vi racconto un breve fatto accadutomi nei miei viaggi in Palestina.
C’era con noi una signora che veniva ad affi dare una bambina, di Betlemme; questa signora era stata molte volte a Lourdes, perché era in carrozzella, e diceva: “a Lourdes non sono guarita”; però era venuta a Gerusalemme e si è fatta tutti i gradini di Gerusalemme, è venuta a Gaza, è venuta a Betlemme… è venuta ad affi dare un bambina di Betlemme.
Forse non si sentiva credente però io credo che abbia dato la possibilità di credere ad altri.
Altro riferimento che volevo fare era la presenza di Maria nella vostra esperienza.
Maria a Lourdes, ma Maria sempre… Maria che accoglie e Maria che accompagna una vita nascosta per molto tempo una vita che è visibilmente uguale a quella di molti altri, una vita che scopre qualche cosa di nuovo. Maria che sa offrire il suo Unico Figlio.
Maria che è l’immagine della Chiesa, Popolo di Dio, che vive la gratuità del dono, che non vive il suc-cesso della fama, ma che vive quello che è possibile vivere a chi offre.
Terza nota è quella del servizio. Il servizio alle persone senza chiedere se queste siano buone o cattive, le persone che stanno male, le persone che sono nella sofferenza, le persone le quali attraverso la sof-ferenza Dio lavora.
Un servizio adulto, di gente adulta che sceglie di servire, di gente che sceglie di servire al di là dei propri impegni di famiglia, di casa, di lavoro, di studio.
Un servizio dopo la Partenza, una scelta consapevole, una scelta per tutta la vita.
Vi voglio ringraziare, in particolare, per il vostro impegno, perché accompagnate i malati e i sofferenti e perché aiutate i giovani ad accompagnare i malati e i sofferenti. Ma ancora ringrazio in particolare quelli che tra di voi hanno i capelli bianchi, perché abbiamo bisogno di capelli bianchi che ci aiutino a capire. E ancora per la vostra condivisione nella sofferenza.
Buon lavoro!
Maria Letizia Celotti
Capo Guida Agesci