Campo del Cinquantenario della Communaute Notre Dame de Lourdes 1926 – 1976
Village des Jeunes 31 Luglio – 5 agosto 1976

Intervento dei responsabili del campo Giuseppe Gioia e Maria Cristina Bonci.

Village des Jeunes 31 luglio 1976

PERCHÉ? PERCHÉ SIAMO QUI

È il momento di riflettere cosa simo, se siamo una Comunità vogliamo solamente verificare la nostra adesione ad essa, confrontare il nostro spirito scout ai principi che esso postula…abbiamo scelte quale nostro servizio, il servizio del prossimo, degli ammalati in particolare.

Questo servizio non è certo un nostro monopolio, tanti lo fanno e molto bene , noi nella nostra concezione scout abbiamo cercato di vedere e vivere qualcosa di più. Il servizio realizzato inb Comunità ci rende più fratelli e sorelle ci unisce di più, ecco il perché della Communaute Notre Dame.

Quale luogo migliore di Lourdes poteva fondere in sé il SERVIZIO, L’AUTOEDUCAZIONE , LA REALTA’ DELLA SOFFERENZA, che abbiamo qui davanti a noi tutti i giorni; il Messaggio della Vergine che chiedeva a Bernadette processioni alla Grotta: quale luogo migliore per riesaminare e ravvivare la nostra fede in Comunione con i fratelli e sorelle che vengono da tutto il mondo per testimoniare la devozione a Maria ed alla Gerarchia, quale realtà nel vivere il momento Eucaristico tutti insieme !!!

Nella ricerca di tutto ciò è venuta naturale la NECESSITA’ della Comunità NDL i nostri fratelli scout francesi che cinquantanni fa vi posero mano era convinti di tutto questo.
Sono passati gli anni e gli ideali di Lourdes hanno richiamato sempre più folle da tutto il mondo ; fra gli altri movimenti anche lo Scoutismo Italiano ha sentito il richiamo e mano a mano la Comunità Italiana è cresciuta e si è sempre data una propria Carla di Comunità, non dissimile, se non per la forma, da quella che tutte le altre Comunità di altre Nazioni si sono date.
Perché ci siamo dati una Carta .. Essa non è l’enunciazione sterile dei bei principi messi in fila, in bella forma non è né vuole essere una presuntuosa presentazione a chi non ci conosce, non vogliamo dire a nessuno : “guardate quanto siamo buoni, guardate quanti bei principi
professiamo !”
La Carta non vuole essere nulla di tutto ciò. E’ il termine esemplificativo di ciò che intendiamo e sentiamo nei nostri cuori e nella nostra mente.
È il termine di confronto a cui possiamo e dobbiamo rifarci per verificare se la nostra vita, il nostro agire, il nostro pensare sono conformi a tutti quei principi che abbiamo liberamente scelto di seguire per poter vivere il nostro Scoutismo, la Spiritualità, il nostro servizio.

È un piccolo esame di coscienza che vogliamo fare. Lo vogliamo a titolo individuale e comunitario.

Individuale, in quanto entità autonoma che vive in un mondo che ha tutti i richiami della materialità, comunitario in quanto partecipi della Cristianità, figli di una stessa Chiesa che si racchiude nel Corpo Mistico di Cristo, in quanto scout, amici veri di tutti, in quanto persone che hanno scelto tutti lo stesso servizio.

Esaminiamo ora, punto per punto, questa Carta di Comunità e facciamo questo confronto. Vediamo se ci riconosciamo in essa, se il nostro spirito, i nostri pensieri, il nostro modo di fare sono rispecchiati tutti in questi punti: SE SIAMO VERAMENTE COMUNITÀ.

  1. l’Esigenza della Comunità l’abbiamo sentita per lavorare meglio, per seguire insieme e fraternamente il Messaggio di Lourdes, per meglio unire i nostri sforzi nel servizio; continuare la nostra autoeducazione, sentirci più uniti, poterci confrontare fra di noi seguendo gli esempi dell’uno per l’altro, per meglio incontrare gli ammalati e i giovani e meglio seguire l’esempio luminoso di Maria per giungere a Cristo.
    Se sentiamo ciò, se le gioie dell’uno sono le gioie dell’altro, se il dolore di uno è il dolore di tutti, se guardandoci negli occhi ci sentiamo fratelli, se nei gesti di ciascuno riconosciamo i nostri gesti, allora siamo Comunità.
  2. La convinzione che l’essere scout ci porti ad essere disponibili verso chi ha bisogno, la convinzione che la umanizzazione nostra sia caratterizzata dai valori sopranaturali e principalmente dalla libera scelta religiosa che ci ha portato al Cristianesimo Cattolico, la convinzione che questa nostra spiritualità non può vivere solamente rinchiusa in noi, ci ha portato alla Comunità. Comunità qual’è la Chiesa di cui siamo figli attivi ed operanti e nella quale riconosciamo l’autorità del Papa e della Gerarchia.
    Lourdes ha posto nel suo messaggio tre punti di riferimento : l’Eucarestia, la Vergine, il filiale ossequio al Papa.
  3. È difficile in tempi in cui tutto è in discussione, in cui spesso la visione terrena di un bene tangibile ci fa dimenticare la vita eterna, è difficile in tempi in cui lo stesso Vangelo spesso viene strumentalizzato per giustificare azioni di prevaricazione in nome di una giustizia sociale mal compresa avere ben presenti e vivi quei riferimenti, ma se noi ci riconosciamo in essi siamo Comunità.
    In quanto Cristiani scout siamo convinti che il dono della vita, della salute, delle nostre capacità intellettive non sono beni da fruire individualmente per chiuderci in una egoistica ricerca del bene materiale, se siamo convinti che tutti questi doni ci sono stati dati da Dio per poter essere disponibili e senza nessun alcun orgoglio ma umilmente, siamo pronti al servizio, aiutandoci l’un l’altro, a meglio superare le difficoltà, allora siamo Comunità.
    Non è certo un nostro essere nati sani, Dio ci ha donato della braccia valide. Non è certo colpa per un uomo l’essere ammalato, quindi non vediamo alcun motivo valido per cui ci si possa sentire superiori.
    La nostra coscienza di scout cristiani ci ha sentire vicini a questo mondo emarginato dalla vita di tutti i giorni, ad un mondo che viene guardato con disagio e quasi con repulsione dal mondo dei sani.
    Se possiamo all’unisono che questo mondo ha tanto da insegnarci in pazienza, rassegnazione, speranza, fiducia in Dio, se siamo convinti, che il muto sorriso di un volto di sofferente, possa darci la gioia del dovere compiuto, se siamo convinti che l’aiuto vada offerto il silenzio, quasi scusandoci per non poter fare di più, se siamo convinti che possiamo apprendere da questi fratelli addolorati le grandi doti della sopportazione e della speranza allora siamo Comunità.
    Se siamo tutti convinti che il mondo non offra molto ai giovani e che la nostra vicinanza con il nostro spirito scout, possa loro offrire la visione di un mondo che trascende dalle cose di tutti i giorni, se siamo convinti di poter loro offrire un’alternativa all’ideologia di un edonismo facile, della ricerca affannosa e volte violenta dei beni materiali, se sapremo mostrare questa alternativa come a noi naturale, saremo con noi e con loro Comunità.
  4. Se siamo tutti convinti che Lourdes ci offra la possibilità di tutto ciò, se siamo convinti che Lourdes sia il luogo ideale per incontrare il mondo della sofferenza e dei giovani, se siamo convinti che il nostro Scoutismo possa meglio estrinsecare la nostra disponibilità a servire con praticità essenziale, senza fronzoli ma nell’essenzialità e semplicità, se siamo convinti che Lourdes sia il luogo ideale per concretizzare al massimo questo nostro impegno che però non deve essere altro che la sintetizzazione di momenti che devono seguirci e rivivere tutti i giorni e in ogni luogo, allora siamo Comunità e sentiremo di esserlo.
  5. Se pensiamo e crediamo che l’essere scout non sia in un modo di dire ma di comportarsi, se pensiamo e crediamo in umiltà che abbiamo sempre bisogno di apprendere, se scopriamo la Croce nella sofferenza dei fratelli, se sentiremo il bisogno di caricarci sostenendoci l’un l’altro nei nostri momenti di debolezza, siamo uomini e come tali soggetti a tutte le influenze del mondo che ci circonda, se pensiamo che sia naturale l’agire e pensare allo stesso modo, allora sarà naturale per noi essere Comunità.
  6. Se crediamo che a Lourdes potremo incontrare che cerca e che scopre il Cristo, se crediamo di essere anche noi sempre alla ricerca della grazia, se crediamo che Lourdes sia la fonte a cui poterci dissetare sotto lo sguardo di MARIA, per noi avere poi sete lungo la Strada sino al prossimo incontro, allora saremo la Comunità N.D.L..
  7. Se pensiamo che ci sia bisogno di portare il nostro Scoutismo con una sua carica di vitalità sempre giovane nella Realtà di LOURDES, se intendiamo che, anche se adulti dobbiamo essere uniti per vivere questa nostra idealità scout allora saremo Comunità.
    Ma l’essere Comunità ci comporterà ad accettare quelle regole che liberamente ci siamo dati per meglio organizzarci sul piano pratico e per meglio sentirci uniti nello spirito di servizio.
    Se il nostro impegno sottolineato dalla Promessa di Lourdes, che non vuole essere un voto di professione ma solo una parola data da uomini d’onore, e noi cui teniamo alla parola data, ci porterà ad approfondire i legami fra noi, a vivere intensamente la nostra vita di uomini e donne scout e sentire vivo il servizio di Lourdes, la disponibilità ad avvicinare sempre con serietà e preparazione i malati ed i giovani, a fare della realtà di Lourdes la realtà di tutti i giorni, allora potremo dirci di riconoscerci nella Carta di Comunità.
    È un esame di coscienza che qui vogliamo fare, un’autocritica alla nostra vita quotidiana, una ricerca del nostro io, una ricarica di forza spirituale per i giorni a venire.

Buona Strada e buon pellegrinaggio a tutti

Giuseppe Gioia e Maria Cristina Bonci