Roma – Assisi, 8 – 13 aprile 1966
Carissimi,
sono felice di darvi il benvenuto, a nome mio personale e a nome di tutti gli Scouts dell’A.S.C.I., i quali sono onorati e fieri di accogliere i Foulards Bianchi qui a Roma e in Italia.
È un benvenuto fraterno e un saluto cordiale che si trasforma in un augurio per tutti gli Scouts Hospitaliers.
Il servizio che voi fate verso i malati attira su di voi la Benedizione del Signore, il quale non lascia mai senza ricompensa anche la più piccola cosa donata in Suo nome.
È propria dello Scoutismo la preoccupazione di mettere alla base del metodo educativo la donazione di se stessi. Noi abbiamo la fortuna di appartenere ad un Movimento che è stato il primo a trasformare questa preoccupazione in esperienze concrete e farne applicazione pratica.
Perciò noi siamo riconoscenti al nostro fondatore di aver tracciato questa linea di generosità e di dona-zione. Dalla piccola B.A. del Lupetto, dal servizio dell’Esploratore all’impegno di servizio del Rover c’è tutta la caratteristica del nostro Movimento.
Servire dunque non vuol dire soltanto essere effi ciente, servire signifi ca anzitutto mettersi a disposi-zione degli altri, e questo ideale, che non del tutto conforme alla nostra natura, può essere raggiunto solo con l’entusiasmo. Voi avete scelto spontaneamente un servizio superiore che vi pone al livello della Partenza Rover. Tutta la gioia di trovarmi qui oggi con voi mi viene dal fatto che io vi so fondamental-mente nelle linee dello Scoutismo.
Servire i malati, servire gli inabili, con tutta la volontà, l’amore e la fede, ecco che ciò che il vostro esem-pio propone agli altri Scouts. A Lourdes chiunque ha cuore generoso, trova fi nalmente la possibilità di donarsi agli altri, di servire con amore, come chiede la Madonna.
È così che voi avete preso un impegno che vi ha portati a servire la parte privilegiata del cuore del Signore. È questa la forma più alta del servizio Scout. Questo vostro impegno è una sorgente di Bene-dizioni e di grazie per voi stessi e per le nostre Associazioni.
In questa vigilia di Pasqua io mi auguro che sulla nostra strada si incontrino molti altri fratelli Scouts disposti ad impegnarsi come voi al servizio dei malati, e che noi tutti siamo sempre disponibili verso gli altri e più degni della nostra Promessa Scout.
Roma 9 aprile 1966
Salvatore Salvatori
Capo Scout dell’ASCI
Messaggio al Pellegrinaggio della Comunità Internazionale NDL – Foulard Bianchi del 1966 a Roma ed Assisi